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Ci sono due tipi di sintomi intolleranza alimentare al lattosio: quella primaria (genetica) e quella secondaria (momentanea). I test per verificare l’intolleranza al lattosio sono due: il "Breath test all’idrogeno" e il "test genetico". Il primo misura la quantità di idrogeno presente nel respiro prima dell’introduzione di lattosio nell’organismo e nelle 4 ore successive. E’ un test molto scomodo e poco affidabile. Il secondo esame possibile è il test genetico che è il più sicuro ed affidabile e per eseguirlo è necessario solo farsi prelevare un campione di saliva da cui estrarre il DNA. Poiché la produzione di questo enzima è determinata dal corredo genetico, la ricerca scientifica ha verificato che ci sono dei ceppi etnici totalmente intolleranti come ad esempio le popolazioni asiatiche e africane, mentre altri hanno subito una modificazione genetica del cromosoma responsabile della produzione di questo enzima. La popolazione nord europea, che da oltre 10000 anni si nutre di derivati caseari e latte, è diventata tollerante al lattosio. Se siete intolleranti al lattosio l’unica soluzione sarà eliminare dalla vostra alimentazione tutti i cibi contenenti questa sostanza.
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Il lattosio è contenuto nel latte e di conseguenza in tutti i prodotti caseari. Occorrerà fare attenzione agli ingredienti dei cibi confezionati per escludere la presenza di latte o suoi derivati, che possono provocare se ingeriti sintomi intolleranza alimentare al lattosio. Il lattosio in realtà è presente praticamente ovunque, poiché viene utilizzato come additivo, eccipiente, colorante, dolcificante, addensante e come conservante. Evitare totalmente il lattosio è quindi quasi impossibile. Viene utilizzato dalla grande industria dell’agricoltura per lavare e conservare molti tipi di verdure come l’insalata, i broccoli, le pere, le cipolle i piselli. Inoltre viene aggiunto a tutti i cibi in scatola, a quelli surgelati, ai succhi di frutta e persino alla birra. Le dosi spesso sono minime pertanto non sempre è indicato nelle confezioni, nè viene indicata la sua presenza nel 60% dei medicinali, che invece lo contengono. La soluzione è leggere attentamente le etichette, che lo riporteranno in grassetto, evitare cibi prodotti industrialmente e acquistare le verdure direttamente dai piccoli produttori che difficilmente si prenderanno la briga di addizionarvi lattosio.
Se siete solo parzialmente intolleranti al lattosio potrete concedervi il lusso di qualche assaggio di formaggio, tenendo presente che durante la fase di stagionatura i formaggi tendono a perdere il lattosio, pertanto se stagionati almeno 36 mesi, come il parmigiano reggiano Dop, il grana padano Dop e il gorgonzola Dop, lo contengono in quantità minime. Un altro derivato del latte che potrete utilizzare (anche se in dosi moderate come tutti i grassi) è il burro chiarificato, che grazie alla procedura di chiarificazione perde tutto il lattosio, le proteine animali e la parte acquosa. È un alimento molto calorico ed energizzante, fonte di molti minerali e vitamine A, D, E, K. Inoltre contiene il CLA, acido linoleico coniugato, che ha un grande potere antiossidante, contrasta il colesterolo e l'accumulo di grassi nei tessuti. Potete provare a sostituire il normale latte vaccino con latte AD (ad alta digeribilità) o con latte vegetale di soia, di riso o di cocco. In commercio si trovano svariati cibi preparati senza lattosio, facilmente identificabili dal marchio lactose free o milk free, che vi permetteranno di evitare i fastidiosi sintomi intolleranza alimentare al lattosio.
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