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Tra le intolleranze agli zuccheri, forse la più comune e conosciuta riguarda proprio il latte. In realtà non si è intolleranti a questo alimento tout court, ma solamente al dolcificante naturale costituito dal lattosio. Questo disturbo può emergere fin dall’infanzia, e lo dimostra il fatto che sono presenti diversi latti artificiali a basso contenuto di lattosio, ovvero latti in cui sono presenti dei fermenti che spezzano la molecola incriminata nei due componenti più semplici, ovvero il galattosio ed il glucosio, che sono meglio assimilabili a livello intestinale. L’intolleranza al lattosio si manifesta con la crescita, quando l’organismo smette di produrre l’enzima lattasi. Fortunatamente l’industria alimentare è andata in soccorso di tutte le persone che non potevano più avvicinarsi a latte e latticini freschi, producendone un tipo a basso contenuto di lattosio, noto con vari appellativi commerciali.
Per quanto le raccomandazioni della comunità scientifica siano sempre indirizzate ad invogliare le persone ad un maggiore consumo di frutta fresca, specie durante il periodo estivo, esiste una piccola quota della popolazione che proprio non può accogliere questa raccomandazione, semplicemente perché è intollerante allo zucchero normalmente presente in questi alimenti, ovvero il fruttosio. Esistono in realtà dure varianti di questa intolleranza. Quella ereditaria è una affezione molto rara, che viene scoperta fin dai primi mesi di vita grazie ad esami specifici, e porta necessariamente i soggetti che ne sono affetti dal doversi astenere dal consumo di qualsiasi alimento contenente fruttosio. I restanti soggetti hanno invece un disturbo decisamente più lieve, che solitamente si manifesta con sintomi gastrointestinali come diarrea e flatulenza.
Il sorbitolo è uno zucchero molto semplice e tende ad essere assorbito molto facilmente da un intestino sano e da un individuo che non presenta particolari disturbi di carattere alimentare. Non a caso questo monosaccaride viene utilizzato all’interno del test del respiro per evidenziare, per esempio, una possibile iniziale reazione positiva alla celiachia. Tuttavia è anche l’ingrediente dolcificante di diversi prodotti di largo consumo, come caramelle, chewing gum e bevande classificate come "light". Anche in questo caso non cambia il quadro sintomatologico, che derivando da una intolleranza di tipo alimentare, localizza i suoi effetti nell’intestino, causando diarrea e flatulenza. Anche in questo caso occorre tuttavia ricorrere al medico per ottenere una diagnosi certa, tramite una prima osservazione dei sintomi, la tenuta di un diario alimentare ed il consulto con altri specialisti.
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