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Questo esame viene solitamente effettuato di mattina, poiché richiede una situazione di digiuno del paziente al momento dell'inizio. Solitamente ha una durata di 3-4 ore, durante le quali è chiesto al paziente di respirare ad intervalli di tempo regolari all'interno di un sacchetto; questa semplice azione ripetuta nel tempo darà la possibilità di misurare la quantità di idrogeno presente nel fiato. Prima dell'inizio della respirazione infatti, il Breath Test al lattosio prevede l'ingerimento di un particolare zucchero (lattosio concentrato) fornito dal medico, che se non digerito provocherà la formazione di idrogeno nell'intestino; il corpo cerca di smaltire l'idrogeno creato all'interno dell'intestino attraverso i polmoni e la respirazione, ed è proprio così che possiamo scoprire l'intolleranza al lattosio di una persona.
In modo da non avere spiacevoli situazioni come lo sfalsamento del Breath Test al lattosio, è opportuno osservare poche semplici regole nell'alimentazione. Queste accortezze iniziano due settimane prima dell'esame, momento nel quale il paziente non dovrà più seguire terapie a base di antibiotici. Ad una settimana dall'esame vanno completamente eliminati dalla propria dieta elementi lassativi e fermenti lattici, che potrebbero alterare il test. La restrizione maggiore è da rispettare il giorno prima del Breath Test al lattosio, durante il quale è vietato mangiare qualsiasi cibo che possa avere del latte al suo interno: formaggi, cioccolata calda, ma anche alimenti come prosciutto e zuppe possono contenerne al loro interno, c'è quindi da farvi attenzione. Dalle ore 21.00 del giorno precedente all'esame è richiesto il digiuno del paziente.
Una volta appurato che durante il test non c'è stato nessun problema, è possibile procedere alla lettura dei risultati. Se nel paziente si manifesta un incremento del livello di idrogeno nel respiro dopo l'assunzione dello zucchero, il Breath Test al lattosio può essere considerato positivo, ed il paziente risulta quindi essere intollerante al lattosio; ovviamente la quantità dell'incremento di idrogeno viene comparato a dei dati considerati di riferimento, in base ai quali è possibile fare una stima, l'intolleranza può essere infatti indicata come lieve, moderata oppure grave. Se il livello di idrogeno quindi non supera tali parametri, il paziente può essere considerato non intollerante, possono essere ovviamente presi in considerazione altri esami che possano svelare il problema gastrointestinale che si presenta.
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