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I principali test allergia lattosio, ovvero quelli che consentono di individuare una eventuale carenza dell'enzima lattasi sono due: l'H2 Breath Test ed il test genetico. Il primo, conosciuto anche come test del respiro, misura la quantità di idrogeno nel respiro del paziente, prima e dopo aver ingerito alimenti contenenti lattosio. In presenza dell'intolleranza infatti, una parte dei gas prodotti durante la fermentazione vengono assorbiti dai polmoni e rilasciati durante la fase di respirazione. Se i valori di idrogeno presenti dopo aver ingerito il lattosio sono maggiori rispetto a quelli rilevati precedentemente, è molto probabile che il soggetto soffra di questo disturbo. Perché i valori non risultino alterati da altri fattori, occorre però prendere alcune precauzioni, come evitare l'assunzione di antibiotici e farmaci gastroprotettori, alimenti probiotici e yogurt. Il giorno antecedente l'esecuzione del test occorre seguire una dieta specifica. Il test genetico invece, oltre ad essere molto più preciso ed affidabile, non richiede preparazioni particolari. Viene eseguito prelevando un campione di saliva con un tampone e si basa sull'analisi del DNA.
Come abbiamo visto l'H2 breath test è uno dei principali esami che vengono eseguiti per stabilire se un soggetto presenta intolleranza al lattosio. Tuttavia questo test presenta un gran numero di limitazioni rispetto a quello genetico. Innanzitutto necessita di una preparazione piuttosto lunga (le prime limitazioni avvengono circa un mese prima di effettuare l'esame), di una permanenza nella struttura ospedaliera di molte ore e del fastidio dei disturbi causati dal dover ingerire lattosio. Inoltre è soggetto a possibili interpretazioni errate dell'esame effettuato sul respiro del paziente. Alcuni cambiamenti della flora intestinale possono arrivare a modificare la quantità di idrogeno presente nel respiro, alterando i risultati del test. Infine, a differenza del test genetico, l'esame del respiro non potrà stabilire se, in presenza di intolleranza, si tratti di un fenomeno primario o secondario, particolare che risulta molto importante per stabilire la procedura di intervento. Il test genetico risulta ad oggi molto più affidabile ed efficace, in quanto i valori vengono ricercati nel DNA del soggetto e non sono soggetti ad errate interpretazioni.
Se il test allergia lattosio risulta positivo occorre innanzitutto eliminare dalla propria dieta tutti quegli alimenti che contengono la sostanza responsabile del proprio malessere fisico. Una dieta appropriata riuscirà a portare fin dai primi giorni notevoli miglioramenti. Se si tratta di intolleranza primaria, ovvero permanente, la miglior cura consiste nell'apprendere come conviverci al meglio. In commercio è possibile trovare alcuni integratori di lattasi che permettono di ingerire alimenti contenenti lattosio senza avere particolari problemi. L'intolleranza primaria è infatti scritta nel nostro DNA e non potrà in alcun modo essere eliminata. Gli integratori consentono così, anche ai soggetti colpiti, di beneficiare delle innumerevoli proprietà benefiche del latte, noto apportatore di calcio, proteine, vitamina D e carboidrati. Nel caso di intolleranza secondaria invece, è un fenomeno transitorio che può insorgere in seguito a particolari malattie o infezioni dell'intestino. In questo caso la cura della causa che l'ha prodotta permetterà un totale regresso del disturbo.
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