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Per la produzione del pane bianco biologico viene utilizzata la farina di grano tenero da coltivazione bio. Ovvero da quelle coltivazioni che all'interno del sistema delle produzioni agricole, puntano ad offrire al consumatore prodotti freschi, genuini e privi di sostanze chimiche, mentre a livello di impatto ambientale, cercano di ridurre il più possibile i danni delle varie attività produttive, facendo in modo che ogni terreno venga utilizzato in modo ecosostenibile, nel rispetto dei suoi cicli naturali, compresa la difesa di benessere e salute degli animali, dell’aria e dell’acqua. Il grano tenero per la produzione del pane bianco biologico è ricavato dalla specie triticum aestivum, ovvero il frumento comune. Un tipo di frumento caratterizzato da chicchi friabili, dalla cui macinazione si ottiene la farine bianca di tipo 00 e 0, destinata alla produzione di pane bianco, pizze, dolci e altri prodotti lievitati.
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La storia del pane bianco e della sua considerazione sulle tavole italiane, nella sua complessità è davvero affascinante, perché permette di fare un viaggio sulle abitudini alimentari degli italiani negli ultimi due secoli. Nei tempi antichi, la macinazione della farina bianca era una procedura piuttosto complicata, per questo il pane bianco veniva classificato come cibo per ricchi. Analogamente il pane nero, ottenuto molto più facilmente, ovvero senza separare le sostanze contenute nel chicco, era consumato dalle popolazioni povere. Alla fine del Settecento l’introduzione dei mulini vede la diffusione della farina bianca e con essa l’inizio della produzione di pane bianco alla portata di tutti. La lavorazione della farina bianca basata sulla tecnica di macinazione industriale, è prodotta utilizzando il cuore del chicco, ricco soprattutto di amido, dal quale vengono scartate le parti superficiali meno organoletticamente attraenti, ricche di fibra e di vitamine, ma anche di sostanze nocive, quali: lignina e cellulosa.
Grazie alle nuove tecniche di macinazione del frumento, oggi è possibile ottenere una farina bianca con all'interno le parti buone della fibra, ovvero quelle sostanze selezionate che fanno bene alla salute. Una tecnica innovativa che permette di trattenere le parti ricche di minerali e vitamine della crusca, per la preparazione del pane bianco biologico. Durante il processo di macinazione, la crusca non viene eliminata, ma scomposta tra quella che è la fibra insolubile, più scura e meno gradevole e quella più buona e solubile. Quest’ultima viene recuperata e reintrodotta nel processo di lavorazione della farina che una volta ottenuta, pur mantenendo il suo colore bianco, presenta una quantità di fibra superiore, rispetto alle farine bianche di tipo tradizionale. Oltre ad essere più digeribile, questa farina contiene anche un maggior numero di antiossidanti, e non ha tracce di lignina e cellulosa, dunque concorre ad eliminare il rischio di residui chimici nocivi che potrebbero danneggiare la salute dell'organismo.
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